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Nuovo stadio del Milan: cittadini preoccupati, "siamo nel panico"

Vivace assemblea in zona 8 per discutere del progetto al Portello, presentato insieme ad altri tre. Il consiglio di zona orientato a fissare paletti rigidi

"Migliaia di persone sono nel panico". Questa frase riassume bene il messaggio che il comitato "No stadio al Portello" (forte di più di mille adesioni in pochi giorni) ha portato in consiglio di zona 8, alla commissione ambiente, il 27 febbraio, dove si discuteva del nuovo stadio del Milan. Forse il termine è esagerato (non risultano boom di ansiolitici per chi vive nel raggio di un chilometro da San Siro), ma certamente un intero quartiere ("zona Fiera", si diceva una volta) ha molte preoccupazioni. Dopo l'apertura delle buste da parte di Fondazione Fiera, si è saputo che uno dei quattro progetti presentati per riqualificare i padiglioni del Portello (che non servono più) è il nuovo stadio del Milan.

Se n'è parlato parecchio, mentre si è discusso molto meno degli altri tre progetti. L'unico elemento in comune delle quattro idee è l'albergo, espressamente richiesto da Fondazione Fiera. Si tratta solo di manifestazioni d'interesse, il che significa che la proprietà dell'area (la Fiera appunto) può anche non sceglierne nessuna, così come è possibile "inserirsi" in un secondo momento. Ma i cittadini intervenuti sono pronti a dare comunque battaglia. Nei corridoi si sentiva chiaro l'intento di bloccare i cantieri, se mai verranno aperti per lo stadio.

Non sono mancati attacchi - anche con toni davvero forti - contro il sindaco Giuliano Pisapia e il vicesindaco (e assessore all'urbanistica) Lucia De Cesaris, "rei" di avere espresso una generale soddisfazione per l'idea che il Milan vuole costruire un suo stadio. Questo anche se Pisapia aveva affermato chiaramente di non volere entrare nel merito dell'ubicazione e di voler verificare la "compatibilità rispetto al territorio".

Dal suo canto, la zona 8 è orientata a fissare paletti molto precisi in modo da indicare i limiti oltre cui non si può andare. "Non aspettiamo che ci consultino loro", ha detto Enrico Fedrighini (Verdi), presidente della commissione ambiente, "ma interveniamo prima". E se Igor Daldosso (Pd) ha invitato a parlare di tutti e quattro i progetti ("magari diciamo no allo stadio ma poi non ci accorgiamo che qualche altro progetto è ancora più invasivo"), l'impressione è che gli abitanti della zona (almeno quelli presenti) si vogliano concentrare, per il momento, sull'opzione stadio.

Il timore principale è "l'invasione" degli ultras violenti e la prospettiva di strade circostanti messe a ferro e a fuoco. Ma non solo: l'eccessiva vicinanza a case, chiese, scuole, snodo autostradale e conseguente traffico già intenso durante la settimana sono altri elementi di preoccupazione. La zona ha già chiarito di accogliere questi timori. Come ha spiegato Alessandro Bescapè (Federazione della sinistra), "il primo punto da fissare è proprio il tema del congestionamento, insieme ad una cornice verde da incrementare come tessuto connettivo dell'area (nella vicina CityLife sta per nascere il terzo parco di Milano, n.d.r.). Il secondo punto è la considerazione delle reali condizioni del trasporto pubblico". E infine la richiesta che l'intervento, qualunque esso sia, abbia "una ricaduta pubblica", cioè preveda opzioni di pubblica utilità nella realizzazione.

GLI ALTRI PROGETTI - Non tutti li conoscono, è doveroso riassumerli. Chi "concorre" col Milan per la riqualificazione del Portello? L'idea del gruppo Prelios è quella di un "Magnete", ovvero centro di "attrazione". Se la parte più rilevante sarà il "polo musicale" (con contatti anche col Conservatorio), ci sarà spazio anche per un day hospital e un parco tecnologico interattivo. Poi un "oratorio laico" (Arcotecnica), ovvero un grande spazio per praticare sport indoor "di seconda fascia" (persino onde artificiali per il surf), che ospiterebbe anche un centro di medicina dello sport e una grande area termale, con spa e palestra. Infine (Vitali) la passerella sopraelevata ciclopedonale di un chilometro che collegherebbe il quartiere del Portello con CityLife. I padiglioni non verrebbero demoliti: all'interno ristoranti, attività per il tempo libero e spazio per le start-up tecnologiche.

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