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Venerdì, 19 Aprile 2024
Porta Volta Chinatown / Via Giuseppe Giusti

"Troppe cose da fare da solo": parroco di Chinatown si dimette

Protagonista don Mario Longo: che ha inviato le sue dimissioni alla diocesi. Ma c'è spiraglio per trovare un'intesa

Il parroco di via Giusti, zona Paolo Sarpi, ha dato le dimissioni con una lettera alla Curia, con decorrenza dal 1 novembre. Motivo? Dissidi sul futuro dell'oratorio della Santissima Trinità, o per meglio dire del suo coordinatore, a cui scade - a fine ottobre - il contratto. Don Mario Longo, il parroco, aveva chiesto che gli venisse offerto il tempo indeterminato sulla base del Jobs Act e quindi con notevoli sgravi fiscali, ma - riferisce il Corriere - via Arcivescovado ha risposto di no, proponendo invece un contratto triennale. Soluzione che non piace al parroco: il coordinatore resterebbe nuovamente "appeso" ad una scadenza a breve.

D'altra parte, senza un aiutante, il lavoro sarebbe troppo oneroso. Perché quello del parroco è un impegno a tempo pieno, anzi "pienissimo". Comincia di mattino presto, comprende il lavoro amministrativo e gestionale fino all'ora di pranzo, prosegue - se non c'è più il coordinatore dell'oratorio - con le attività pomeridiane per i bambini e i ragazzi. E poi le visite ai malati e la messa serale. Praticamente impossibile fare tutto da solo. 

Ma è esattamente la situazione in cui don Mario Longo si è venuto a trovare da quando, il primo settembre, l'altro sacerdote, don Dino, è stato trasferito alla parrocchia di San Luigi. Insufficiente l'aiuto di don Giuseppe Zhang, il cui incarico principale è quello di cappellano di tutta la comunità cinese della diocesi. "Non potrò essere presente dovunque e comunque e quindi questo vuol dire che sarà bene che i laici, partendo da questa situazione molto concreta, prendano sempre più precise responsabilità, per quanto è loro possibile, per poter sopperire alle molteplici esigenze della pastorale", scriveva il parroco nel numero estivo de "Il Filo", l'informatore parrocchiale.

La decisione di dimettersi è stata dura e non risponde a una volontà di guerra con la diocesi, tiene a precisare il sacerdote. E infatti restano buoni i rapporti con l'Arcivescovado. Sono in programma nuovi incontri per trovare una soluzione, per il bene di tutti.

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