rotate-mobile
Quarto Oggiaro Vialba / Via Piombino

Cerca di bruciare lo zio per uno sgarro, ma "respira" le fiamme: ventunenne in fin di vita

Il giovane è piantonato in ospedale e in stato di arresto con l'accusa di tentato omicidio

Quella lite con suo zio lo ha fatto andare su tutte le furie. Le parole del familiare hanno continuato a rimbombargli in testa per tutta la serata, accrescendo la sua sete di vendetta. Così, dopo le minacce, è passato alle vie di fatto, avendo però la peggio. 

Tentato omicidio giovedì sera a Milano, dove un ragazzo di ventuno anni - il romeno Constantin Sumar, con precedenti per rapina, lesioni e maltrattamenti in famiglia - ha cercato di ammazzare, bruciandolo, suo zio di trentaquattro anni, anche lui di etnia rom. Ma lo stesso aggressore, formalmente arrestato dalla polizia con l’accusa di tentato omicidio, ha avuto la peggio ed è ora in fin di vita in ospedale. 

Secondo quanto finora ricostruito dalla Questura, il trentaquattrenne era arrivato qualche giorno fa a Milano insieme alla sua famiglia dalla Germania e aveva trovato ospitalità nel vecchio casolare abbandonato di via Piombino - nel parco villa Scheibler -, dove il nipote vive con la sorellina di dodici anni e la madre. 

Uomo ustionato al parchetto (foto B&V)

In serata, zio e nipote hanno discusso pesantemente, sembrerebbe - dai primi accertamenti - per alcune gravi accuse che l’uomo ha rivolto al giovane. A quel punto, in preda alla rabbia, il ventunenne avrebbe incendiato un mobile di casa sua - il piccolo rogo è stato spento dai vigili del fuoco - e si sarebbe poi allontanato dall’abitazione. Poco dopo, le strade di vittima e aggressore si sono nuovamente incrociate in largo Boccioni, dove il nipote ha raggiunto lo zio per minacciarlo ancora di “bruciare - queste le sue parole - lui e i suoi vestiti”. 

Verso mezzanotte, il ventunenne ha tenuto tragicamente fede alle sue parole ed è entrato nel casolare di via Piombino “armato” di una bottiglia di alcol etilico. Ad accorgersi del giovane sono state sua sorella e sua madre, che hanno immediatamente svegliato lo zio per avvisarlo della presenza del ragazzo. Da lì è nata una colluttazione e l’aggressore, dopo aver gettato l’alcol sulla testa e sulle spalle del “rivale”, ha appiccato il fuoco. 

Sul posto sono immediatamente intervenute le ambulanze e gli agenti della polizia. Il trentaquattrenne, ricoverato al Niguarda in codice rosso, ha riportato ustioni di secondo grado su braccia e spalle e non è in pericolo di vita. Molto peggio, invece, è andata proprio all’aggressore, che pochi minuti dopo si è presentato spontaneamente al Sacco. Il giovane, che ha “respirato” le fiamme da lui stesso appiccate, ha riportato ustioni di secondo grado sul 25% del corpo e danni gravissimi all’apparato respiratorio: ora è ricoverato nell’ospedale di Parma in fin di vita ed è piantonato dalla polizia. 

Gli stessi poliziotti stanno ora ascoltando la sorellina - in un’audizione protetta - e la madre dell’arrestato. Sembra, dai primi racconti, che a causare la follia del ventunenne sia stata una pesante accusa che gli aveva fatto lo zio. Da lì, da quello "sgarro" che lui non ha accettato, la voglia di vendetta e la tragedia. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cerca di bruciare lo zio per uno sgarro, ma "respira" le fiamme: ventunenne in fin di vita

MilanoToday è in caricamento